Sicurezza dei prodotti tessili

I prodotti tessili si usano in molti campi, i più comuni dei quali sono l’abbigliamento, l’arredamento, la biancheria per la casa come tendaggi, asciugamani, lenzuola, ecc. Sono usati anche in campo industriale.

Qualunque sia l’area di applicazione e l’uso a cui sono destinati (personale, domestico, industriale e altro) questi prodotti devono essere a norma di sicurezza e rispondere a standard particolari e definiti, soprattutto in relazione alla sicurezza.

Molto importanti risultano le etichette di composizione del tessuto e quelle di manutenzione. L’esatta indicazione dei componenti del prodotto è indispensabile al consumatore per un acquisto sicuro.

Serve inoltre quella per la sua corretta manutenzione per consentire l’utilizzo e la manutenzione nel tempo del capo stesso.

 

L’etichetta per la vendita

In tutta l’Unione Europea i prodotti tessili devono essere etichettati o contrassegnati prima di essere posti in vendita.

Il prodotto tessile composto di più parti con diversa composizione è munito di un’etichetta indicante la composizione fibrosa di ciascuna delle parti. Due o più prodotti tessili che costituiscono comunemente un insieme inseparabile e che hanno la stessa composizione fibrosa possono essere muniti di una sola etichetta.
Il nome, la descrizione e il dettaglio delle fibre usate devono essere chiaramente indicati a beneficio del consumatore.

Soltanto un prodotto tessile composto interamente da una stessa fibra può essere qualificato con il termine 100% o “puro” o eventualmente “tutto”, esclusa qualsiasi espressione equivalente.

Una quantità di altre fibre è tollerata fino al 2% sul peso del prodotto tessile se è giustificata da motivi tecnici e non risulta da un’aggiunta sistematica. Tale tolleranza è portata al 5% per i prodotti ottenuti con il ciclo cardato. Una tolleranza di fabbricazione del 3 %, riferita al peso totale delle fibre, è ammessa tra le percentuali in fibre indicate sull’etichetta e quelle risultanti dall’analisi.

Un prodotto di lana può essere qualificato con la dizione “lana vergine” o “lana di tosa” quando è composto da una fibra mai precedentemente incorporata in un prodotto finito e che non ha subito altre operazioni di filatura o di feltratura che quelle richieste per la fabbricazione del prodotto.
Quando un tessuto è formato da due o più fibre diverse deve avere un’etichetta che indichi i vari tipi di fibra usata.

I regolamenti europei sui prodotti tessili si applicano:

  • ai prodotti tessili esclusivamente composti di fibre tessili;
  • alle fibre tessili;
  • ai prodotti assimilati ai prodotti tessili.

Solo i tessuti che rispondono a questi requisiti sono in regola con la Direttiva Europea 2008/121/CE, che ha abrogato la Direttiva 96/74/CE e possono essere venduti all’interno della comunità. Nel nostro paese la direttiva è stata attuata con il decreto legislativo n. 194 del 22 maggio 1999.

 

I nostri consigli per il lavaggio dei vostri capi

Prima della consegna dei vostri capi al lavasecco, è bene avere alcune attenzioni come di seguito segnalate:

  1. Staccare dai capi gli accessori staccabili, (esempio: blocca cordoni, spalline incollate, parti con velcro, mostrine etc.)
  2. Rimuovere i bottoni (se possibile), è sempre un articolo di rottura, anche se la probabilità è remota.
  3. Portare in lavanderia il capo macchiato il prima possibile.
  4. Evitare smacchiature locali, perchè rende il lavoro più difficoltoso e molte volte produce risultati deludenti.
  5. Comunicare se esiste qualche parte staccabile, (esempio: cintura, cappuccio, fibbie etc.)
  6. Segnalare se il capo presenta macchie e possibilmente la loro origine.
  7. Avvisare se si tratta del primo lavaggio del capo.
  8. Comunicare se è stato precedentemente lavato ad acqua.
  9. Farsi rilasciare sempre una ricevuta di avvenuta consegna dei capi dettagliata
  10. Quando si hanno dei vestiti “completi” o corredi abbinati, è opportuno operare un lavaggio contemporaneo delle varie parti.
  11. Prestare attenzione all’etichetta di manutenzione prima di acquistare il capo

 

I nostri consigli per l’acquisto dei vostri capi

Nella scelta dei vestiti bisogna innanzitutto considerare l’aspetto della sicurezza.

È bene non indossare tessuti infiammabili quando si sta vicino ai fornelli o davanti a una stufa o un caminetto acceso.
Sono in aumento le allergie dovute alle fibre sintetiche (sempre più usate per la loro economicità e praticità: si lavano velocemente, non devono spesso essere stirate, sono leggere e costano poco). Queste fibre di derivazione chimica producono energia elettrostatica: la scossa che sentiamo quando si tolgono può indurre malessere.

È consigliabile lavare i capi prima di indossarli per la prima volta poiché molti di questi tessuti hanno subito un intenso trattamento con sostanze chimiche ( antipiega, antinfeltrenti e impermeabilizzanti, antitarme ecc.) per dar loro le caratteristiche ricercate. Per questi motivi è importante che l’etichetta riveli il tipo di tessuto e, ancor più importante, il modo di lavaggio e stiratura, asciugatura e temperatura di trattamento, uso della centrifuga più o meno spinta, uso del cloro.

La legge non obbliga a indicare se nel tessuto vi è la presenza di piccole percentuali di altre fibre. Bisogna ricordare che nei tessili definiti puri al 100% (puro cotone, pura lana vergine, puro lino, seta) vi è una tolleranza fino al 2% di fibre diverse.
Verificare subito all’atto dell’acquisto che vi siano le due etichette di composizione e manutenzione.
È possibile acquistare prodotti naturali, certificati, poco trattati e colorati, che abbiano seguito metodi ecologici e che rispettino le condizioni di lavoro dei lavoratori.

Diminuire l’acquisto di capi di abbigliamento, usarli fino al loro naturale consumo, preferire indumenti che durino di più e siano meno soggetti ai capricci della moda.

Per i capi di abbigliamento accertarsi che la composizione eventualmente dichiarata nel cartellino d’accompagnamento corrisponda a quella dell’etichetta vera e propria del prodotto;
– non comprare capi d’abbigliamento che non abbiano l’etichetta di composizione e preferire quelli che hanno anche l’etichetta di manutenzione, ovvero le istruzioni per il lavaggio o pulitura, che è un riscontro affidabile di quella di composizione;
– preferire i prodotti di marca nota che, nel settore dell’abbigliamento, danno più affidamento, ma fare attenzione alla veridicità del marchio esposto perché vi sono marchi che imitano nelle fattezze o in qualche elemento quelli più noti;

Inoltre è utile sapere che i negozianti:

–        sono responsabili del difetto del prodotto (compresi i danni arrecati al capo da etichette di manutenzione ingannevoli o non veritiere) ai sensi dell’articolo 132 del Codice del consumo (D. Lvo n. 206/2005).

–        sono tenuti a sostituire il prodotto o rimborsare il prezzo ai sensi dell’articolo 130 dello stesso Codice, se c’è difetto grave e non riparabile;

Articolo 132

Termini

1. Il venditore è responsabile, a norma dell’articolo 130, quando il difetto di conformità si manifesta entro il termine di due anni dalla consegna del bene.

2. Il consumatore decade dai diritti previsti dall’articolo 130, comma 2, se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine di due mesi dalla data in cui ha scoperto il difetto. La denuncia non è necessaria se il venditore ha riconosciuto l’esistenza del difetto o lo ha occultato.

3. Salvo prova contraria, si presume che i difetti di conformità che si manifestano entro sei mesi dalla consegna del bene esistessero già a tale data, a meno che tale ipotesi sia incompatibile con la natura del bene o con la natura del difetto di conformità.

4. L’azione diretta a far valere i difetti non dolosamente occultati dal venditore si prescrive, in ogni caso, nel termine di ventisei mesi dalla consegna del bene; il consumatore, che sia convenuto per l’esecuzione del contratto, può tuttavia far valere sempre i diritti di cui all’articolo 130, comma 2, purché il difetto di conformità sia stato denunciato entro due mesi dalla scoperta e prima della scadenza del termine di cui al periodo precedente.

 

L’etichetta di manutenzione: una tutela per tutti

Perchè un capo ha bisogno di un’etichetta di manutenzione?

Perchè non tutte le fibre costituenti il capo e la loro tintura/stampa si comportano allo stesso modo se sottoposti a reagenti di lavaggio, sbianca ecc.
Per esempio se lavassimo un maglione di lana con candeggina per cercare di renderlo bianco, otterremmo solo una dissoluzione totale della fibra, essendo essa solubile in ipoclorito!
Se volessimo lavare a 60°C una camicia di seta perchè è macchiata, avremo forse un pulito “profondo” e una camicia da buttare via!

Perchè utilizzare dei simboli?

Quando ci si trova davanti a dei consigli di manutenzione è senza dubbio più efficace una bella frase dettagliata dove è descritto per intero come il consumatore deve eseguire il lavaggio, la stiratura ecc.
Ma non sempre questo è possibile.
Per dare una maggiore immediatezza e facilità di consultazione sono stati adottati dei simboli grafici riconosciuti e descritti in una normativa europea (EN 23758/93) con lo scopo di fornire indicazioni precise sulla metodologia di manutenzione di ciascun capo nel piccolo spazio di un’etichetta.

A chi è utile l’etichetta di manutenzione?

L’obbligo di etichettare il capo con la metodologia di manutenzione, se corretta e ben interpretata, può portare all’eliminazione di quegli errori che farebbero incorrere in inutili contenziosi a seguito del dannaggiamento dei capi.
Logicamente sia il produttore che il consumatore devono essere istruiti sulla definizione e l’interpretazione dei simboli.

Quali sono i simboli adottati?

I simboli obbligatori sono 5 con una sequenza ben precisa: lavaggio ad umido, candeggio con cloro, stiratura, lavaggio a secco, asciugatura.

 

 

Come togliere macchie di gelato da vari tessuti

Pagina in aggiornamento…

Per avere informazioni e consigli su come togliere le macchie di gelato da vari tipi di tessuti  mandateci una mail all’indirizzo gruppo@lavaseccodagnini.it

 

 

Come togliere macchie di sudore da vari tessuti

Pagina in aggiornamento…

Per avere informazioni e consigli su come togliere le macchie di sudore da vari tipi di tessuti mandateci una mail all’indirizzo gruppo@lavaseccodagnini.it

 

 

Simboli di manutenzione

Tutto quello che va lavato regolarmente a mano, in lavatrice o in tintoria dovrebbe riportare un’etichetta con istruzioni precise per evitare spiacevoli inconvenienti. Quando si acquista un capo di vestiario bisogna fare attenzione all’etichetta di manutenzione per sapere esattamente come trattarlo, come può essere lavato, a che temperatura, se può essere centrifugato e a quanti giri, quali solventi si possono usare.

Di seguito riportiamo la simbologia unificata secondo la normativa EN 23758/93

Descrizione e definizione dei segni grafici

Lavaggio ad umido Candeggio al cloro Stiratura Lavaggio a secco Asciugatura a mezzo di asciugabiancheria a tamburo rotativo
Trattamento non ammesso
la croce di S. Andrea posta su uno di tali segni grafici indica che il trattamento espresso da quel particolare segno grafico non deve essere eseguito
Trattamento moderato
la barra sotto la vaschetta o il cerchio indica che il trattamento dovrebbe essere eseguito in modo moderato rispetto al trattamento corrispondente allo stesso segno grafico senza barra
Trattamento molto moderato
la barra interrotta sotto la vaschetta indica un trattamento di lavaggio molto moderato a 40°C

 


Operazione di lavaggio

Temp. max Azione meccanica Risciacquo Centrifug. Varie
95° normale normale normale
95° ridotta a temperatura gradualmente decrescente (per immissione graduale di acqua fredda) ridotta
70° normale normale normale
60° normale normale normale
60° ridotta a temperatura gradualmente decrescente (per immissione graduale di acqua fredda) ridotta
50° ridotta a temperatura gradualmente decrescente (per immissione graduale di acqua fredda) ridotta
40° normale normale normale
40° ridotta a temperatura gradualmente decrescente (per immissione graduale di acqua fredda) ridotta
40° molto ridotta normale normale non torcere
32° molto ridotta normale ridotta
40° – lavaggio solo a mano
– non lavare a macchina
– trattare con cura
– non lavare in acqua
– allo stato umido trattare con cura

 


Candeggio al cloro

Il triangolo indica il trattamento di candeggio al cloro

ammesso
– solo a freddo ed in soluzione diluita
non ammesso

Stiratura

Il ferro da stiro indica la stiratura domestica. I livelli massimi della temperatura sono indicati con 1, 2 o 3 punti posti all’interno del segno grafico

– temperatura massima della suola del ferro: 200°C
– temperatura massima della suola del ferro: 150°C
– temperatura massima dalla suola dal ferro: 110°C
– a vapore può essere rischiosa la stiratura
– non stirare
– la stiratura a vapore ed i trattamenti a vapore non sono ammessi

 


Lavaggio a secco

Il cerchio indica il lavaggio a secco per i prodotti tessili (esclusi i prodotti in pelle e in pelliccia). Esso fornisce informazioni relative alle diverse operazioni di lavaggio a secco.

– lavaggio a secco con tutti i solventi normalmente utilizzati nel lavaggio a secco, compresi i solventi indicati per li segno P
– lavaggio a secco con tetracloroetilene, nonché tutti i solventi indicati per il segno F
– trattamenti di lavaggio normali, senza restrizioni
– lavaggio a secco con i solventi indicati al punto precedente
– severe limitazioni all’aggiunta di acqua e/o all’azione meccanica e/o alla temperatura di lavaggio e/o asciugatura
– lavaggio a secco con trifluorotricloroetano, idrocarburi
– trattamenti di lavaggio normali, senza restrizioni
– lavaggio a secco con i solventi indicati al punto precedente
– severe limitazioni all’aggiunta di acqua e/o all’azione meccanica e/o alla temperatura di lavaggio e/o asciugatura
– non lavare a secco
– non smacchiare con solventi

 


Asciugatura a mezzo di asciugabiancheria a tamburo rotativo

Il cerchio inscritto in un quadrato indica l’asciugatura a mezzo di asciugabiancheria a tamburo rotativo successivamente ad un’operazione di lavaggio. I livelli massimi di sollecitazione sono indicati da 1 o 2 punti posti all’interno del segno grafico

– asciugatura a mezzo di asciugabiancheria a tamburo rotativo ammessa
– programma di asciugatura normale
– asciugatura a mezzo di asciugabiancheria a tamburo rotativo ammessa
– programma di asciugatura a temperatura ridotta
– non asciugare a mezzo di asciugabiancheria a tamburo rotativo

 


 

 

Alcuni suggerimenti per togliere le macchie dai vostri vestiti – Origine vegetale

Alcuni suggerimenti per togliere le macchie dai vostri tessuti

(non si risponde di risultati non conformi alla regola dell’arte)

Prima di intervenire su tessuto di origine Vegetale

Soluzione tecnica

Procedimento

– Vi consigliamo di provvedere alla smacchiatura il più presto possibile. Le macchie fresche sono, infatti, il più delle volte eliminabili con una certa facilità (anche perché è facile ricordarne la provenienza); le macchie vecchie, ormai penetrate nel tessuto, spesso diventano tutt’uno con la trama ed è quasi impossibile eliminarle.

– Per le fibre sintetiche è sempre meglio ricorrere agli appositi detersivi neutri sciolti in acqua tiepida, evitando assolutamente l’uso di candeggina (varechina). Sciacquare poi in acqua fredda e asciugare all’ombra, lontano da fonti di calore.

– Benzina, etere, Trielina o tricloroetilene, per i vapori che esalano, vanno sempre usati in prossimità di una finestra socchiusa. Inoltre questi tradizionali smacchiatori sono infiammabili e quindi vanno tenuti lontano da fonti di calore e in luoghi dove i bambini non possano assolutamente raggiungerli (se ingeriti, portano a conseguenze gravissime).

– Sul mercato sono continuamente immessi nuovi tipi di smacchiatori. Le loro vantate virtù possono essere autentiche: attenzione però ad usarli per gli scopi indicati e seguendo alla lettera i metodi suggeriti nelle istruzioni.

– Nel dubbio, o sull’origine della macchia o sul tipo di tessuto, è sempre meglio ricorrere alla tintoria. Oggi, soprattutto nelle grandi città, sono sorti a migliaia i negozi di “lavasecco” che consegnano l’indumento smacchiato (ma non stirato) e che sono economicamente convenienti.

– Volendo, in ogni modo, trattare in casa una macchia di cui non si conosce l’origine o un tessuto di cui non si conosce bene la natura, si deve procedere per esperimenti: è quindi opportuno provare i diversi solventi in punti invisibili (nelle cuciture interne, nell’orlo eccetera), in modo che gli eventuali disastri rimangano contenuti in zone di nessun’importanza.

– Quando, fatte le debite prove, si è sicuri d’aver trovato il solvente adatto, bisogna agire, con il panno imbevuto del prodotto, partendo dall’esterno della macchia e procedendo verso l’interno. Spesso è bene lavorare sul rovescio del tessuto, magari tamponando anziché sfregando, soprattutto alla presenza di fibre pelose.

– Anche sui tessuti colorati si deve procedere per tamponatura (e non per sfregamento), per non rischiare di confondere le trame colorate.

– Opportuno smacchiare la lana con panno di lana, la seta con seta, il tessuto chiaro con panno chiaro, quello scuro con panno scuro e così via.

– Quando, alla presenza di macchie di grasso, si ricorre, per assorbirne di più, all’uso di talco, saponaria e simili, ovviamente si deve eliminare del tutto la polvere con ripetute spazzolate prima di procedere all’uso del solvente.

– Al contatto del solvente, la macchia non scompare per magia arcana, non si volatilizza, ma si scioglie: bisogna quindi mettere sotto la macchia un panno assorbente (ottima la spugna di cotone) pronto a ricevere i residui rimossi dal solvente. È naturale che questo panno finisca con lo sporcarsi e deve quindi essere continuamente spostato per presentare sempre una superficie pulita nel punto in cui agisce il solvente.

– Anche quando la macchia è scomparsa, bisogna continuare a sfregare leggermente finché il tessuto sia asciutto, per evitare il formarsi d’aloni.

– Per eliminare aloni particolarmente persistenti, s’intride con la benzina un po’ di fecola di patate: si sfrega l’alone con questo impasto, si lascia seccare e quindi spazzolare.

– lana, seta, pellicce, fibre sintetiche, guanti vanno fatti asciugare sempre lontano da fonti di calore e in ogni caso all’ombra.

– Gli indumenti di lana lavorata a mano (ferri o uncinetto), se sfregati, anche con leggerezza, possono infeltrirsi. Si rende quindi necessario tamponare senza sfregare, ripetendo l’operazione fino alla completa eliminazione della macchia. Gli indumenti di lana si stirano sempre a rovescio, ponendo tra la lana e il ferro  un panno umido. Bisogna inoltre prestare attenzione a che golf e pullover siano ben asciutti: infatti, se asciugati con il ferro da stiro, perdono completamente la morbidezza.

– La seta va lavata con detersivi neutri e non torta o strofinata; eventualmente si può sciacquare con acqua in cui sia diluita qualche goccia d’Aceto. La seta inoltre si stira con ferro caldo dal diritto senza ripassarla troppe volte perché perde la lucentezza.

– I ricami e i pizzi si stirano dapprima leggermente sul diritto, quindi si rivoltano, si appoggiano su una flanella e si stirano premendo appunto sul rovescio.

– Il lucido degli indumenti troppo usati si toglie tenendo il capo sul vapore acqueo per alcuni minuti e quindi stirando con panno umido sul rovescio.

 

 

Come togliere macchie di erba da vari tessuti

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Per avere informazioni e consigli su come togliere le macchie di erba da vari tipi di tessuti mandateci una mail all’indirizzo gruppo@lavaseccodagnini.it